a cura di Antonio Corona


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Pacato, volge il sole al tramonto,
i fumi dei comignoli sospinge il vento.
Che gran cosa il sostegno di una mensola
dopo i miei bagordi notturni.

Molto è già stato,
molto altro sarà,
ma non cessa mai di svegliarsi il cuore
per la felicità segreta
di vederti arrivare,
e seduta sul mio vecchio divano
dirai parole semplici,
al sole pacato della sera,
dopo i miei bagordi notturni.

Amo tanto il tuo nome delicato,
amo le tue braccia, le tue spalle,
e il nero del tuo foulard.


Ottobre 1906

Amo tanto il tuo nome delicato. Poesie d’amore di Aleksandr Blok, Passigli Poesia, 2018


In copertina, Segnalibro illustrato: dettaglio di opera "SERA" (1860) di Jules Breton. Olio su tela, Musée d’Orsay - Paris.  

Aleksandr Aleksandrovič Blok (Pietroburgo 1880 – ivi 1921) Nonostante l’adesione alla corrente decadente del principio del sec. XX, e lievi influenze straniere, Blok rapidamente assurge a poeta profondamente originale ed ispirato. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza accanto alla madre e alla famiglia materna. A Mosca ebbe rapporti di amicizia con Sergej Solov’ëv, nipote di Vladimir, e con i due poeti simbolisti, di lui più anziani, Vjačeslav Ivanov e Andrej Belyj. Nel 1909 visitò la Germania, la Francia e l’Italia; della rivoluzione del 1917, cui aderì con entusiasmo, ebbe una visione soprattutto mistico-patriottica. Caratteristica principale della sua poesia, eminentemente lirica, è una profonda e talvolta esasperante sincerità che lo porta da un iniziale simbolismo mistico a un allucinante realismo, la cui intonazione cosmica non è priva, a sua volta, di significati allegorici. Nella sua opera è sempre presente un senso d’intima fratellanza con tutti gli uomini e un carattere divinatorio che nei poemetti rivoluzionari assurge ad accenti apocalittici.

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