a cura di Rosanna Frattaruolo
(Finalista Premio Inedito Colline di Torino 2025)
*
L’alchimia della pioggia
articola la pelle di tutte le cose,
copre d’argento
le foglie della salvia,
piange sopra foglie intimidite e molli,
verdi come ramarri.
Correre e correre
e di sete in sete
divorare,
saltare fossi,
dirupi, crinali,
fino ad annusare il fiume interrato,
la vena che da tempi
immemorabili
si nasconde sotto strati di Storia
e riaffiora come acqua sorgiva, immutata,
dal suo destino di scomparsa.
Dentro l’esplosione violenta del giacinto,
in quella vita che fermenta come il mosto,
nel lungo calendario di sorprese
che dal buio alla luce, fiorisce
- senza sapere come -
in un nuovo giorno, miracolosamente chiaro.
*
Dirlo.
Che la pelle avvizzisce come certe foglie
disegnate di armature e vene,
che la fine si annuncia dal fragile cedimento delle nocche,
un collegamento mancato delle giunture,
un tronco d’acero rosso, fradicio di pensieri, che crolla.
Le mani. Azzurre di polvere.
Accarezzare ancora una volta
il limoneto che fiorisce in segreto,
dire addio alla foglia,
piangere il bosco,
misurare con gli occhi
la delicatezza di una gemma, la spinta di uno stelo.
Lasciarsi fluttuare come una sciarpa di seta
nel bel mezzo dell’inverno, di una cupa bellezza tutta scura,
con il cuore rosicchiato tutt’intorno
come il nocciolo di una pesca.
Colpita
da un tiepido sole che ti rende leggera,
come un foglio di carta bruciata.
*
Persino quando la speranza
è un uccello di carta
caduto in una pozzanghera,
qualcosa in me
conosce la luce,
ricorda
che il buio è passaggio,
un cavallo
che abbiamo lasciato andare,
in veglia mancata.
Così, da un attimo d’ombra,
il caos si propaga:
un incendio in ascesa
dentro la mia testa.
Dario Gabriella (Udine 1962).
Risiede a Torino dal 1985 dove sceglie di vivere dopo gli studi universitari.
Appassionata di teatro fin da giovanissima, partecipa come attrice a numerosi progetti in rassegne e festival in Italia e all’estero, trasferendo successivamente questo suo amore nella professione di insegnante di teatro e di letteratura per l’infanzia nei Laboratori Creativi dei Servizi Educativi della Città di Torino.
Nel 2011 pubblica due libri con la Fondazione Alberto Colonnetti di Torino dedicati all’infanzia scrivendo il testo e le illustrazioni Occhi latte macchie e sogni… e Le figure dell’impasto.
Con Tripla E ha pubblicato il testo teatrale I treni che non abbiamo preso sono fermi nell’erba alta (2025).
Finalista al Premio InediTo-Colline di Torino 2025 con un estratto dalla raccolta inedita Se non vivi sotto un sasso, nel frattempo pubblicata con Edizioni Tripla E.





