a cura di Rosanna Frattaruolo

(Secondo classificato al Premio Inedito Colline di Torino 2025)   

*
RIVELAZIONE

dal viadotto
il guardrail i lampioni le case, tutto
appare un po’ alla volta
dietro la curva c’è qualcosa
come una presenza: ma fino all’ultimo
non si vede ancora
la testa, da sola, a lato si china
per guardare: mentre lui, fisso, nell’abitacolo
lì, incolume
lì, come in attesa
di quella rivelazione

*
INCROCIO

e d’improvviso
il calpestio cessa:
stanno tutti fermi in attesa
c’è chi guarda l’ora, chi sta in agguato
ma non sanno capirlo, appieno
quel tempo ipnotico, quella resa
che scatta a intervalli esatti

poi il verde
e la gente attraversa: è sempre un gesto epico
quello d’attraversare, come quando lui dice
ho attraversato tante volte
-ho attraversato, dice- e solo a dirlo
il pensiero si dilata
ma quello
quello era solo un incrocio
sarà stato
un mercoledì

*
FERMATA

scendono
camminano lungo i muri
che a camminarci tante volte
pure questi muri, quasi
lo sanno
e mentre vanno, a lato, gl’occhi si girano
guardano, si fermano: anche loro
-che guardano- lo sanno
capiscono questi passi cadenzati
questo ricordo
invece il piede
affretta il passo, continua:
finché non scova un varco

un’ipotetica chance –chissà-
un’altra fermata

*
CHIARIMENTO

di lato delle case cade l’ombra
dall’altro, c’è ancora luce:
un taglio netto, trasverso, le divide
come un tratto tirato alla lavagna
che divideva i buoni dai cattivi
lui, nel frattempo, che sta in bilico

tra la parola e il buio –che sta guardando-
che spiega a uno che non capisce

-la testa si gira: e sta arrivando- si chiede
se prima, prima
c’era ancora scampo, prima
che li raggiungerà

*
SCORCI

non c’è nulla d’opaco
d’inesatto: è chiaro il cambiamento
il giorno da poco
è andato giù: uno per uno
sempre più folto e opaco
sulla linea lunga delle case
sempre più, sempre di più
e fa più sera ora, negl’edifici aguzzi, avversatisi
contro la groppa delle montagne
questa sua ombra
senza più simbolo
agl’occhi di chi ricorda: e sembrano
sembrano sempre quelli, quei scorci

adesso -d’adesso-
così diversi

senti allora un vuoto
un vuoto di nebbia e avorio
quando pensi quando, semmai
semmai li ritroverai

Carlo Ricci, Viterbo 1966, formazione ingegneristica, Università La Sapienza di Roma. La raccolta In terra solcata – innesti riceve nel 2021 il Primo Premio “Il Convivio” e dalla stessa casa editrice viene pubblicata. Sempre “Il Convivio” pubblica nel 2023 le raccolte: Trasformazioni: Milano, appunti di passaggio – che riceve il primo premio “Caffè delle Arti” – e Effetti collaterali (della contemporaneità), che nel 2022 riceve il terzo premio al Concorso letterario “Il giardino di Babuk-Proust in Italie”. Ottiene il secondo posto al Premio InediTo-Colline di Torino 2025 con un estratto dalla raccolta inedita Scorci.

In voga