a cura di Antonio Corona
da Abitarci Perduto al perduto La fine arriva quando l’allerta è sopita, la paura si è rilassata e anche la memoria è sospesa. Un attimo di distrazione ti rapisce (ti lasci rapire per sfinimento, per cercare te stesso) ed ecco un nuovo tassello è perduto Dicono che l’esistenza sia un puzzle da costruire, ma è l’inverso: il puzzle nasce con te, compiuto e perfetto Il cammino è decostruzione, fino a raggiungere la pagina bianca in cui tu sei immerso allo stesso scrigno che contiene ogni tassello perduto di te *** da Stanze Come immanenza La cavalletta salta di fiore in fiore e per un istante dimentica il dolore. Il corpo fa pensiero e volto, ma vorrei essere vapore per sentire l’andata e il ritorno dell’onda, il volo della mosca, la pioggia, il vento, la neve, il disgelo, la terra che si spacca, il seme che si interra. Vorrei scovare il tempo senza tempo nel non cercare casa, illusione di stasi, nel cucciolo – cos’è perduto, cos’è tornato, cos’è cucito, cosa resta ferito – di multiple identità. Amare così come immanenza senza cercare salvezza, te in me stessa. *** da Corpi Diaframma Noi siamo ciò che non accetteremo mai di essere e lo sforzo di presentarci per ciò che non saremo mai In questo diaframma crepe di magma, balugini di sonno a straccetti di ingenua luce oltre il coagulo di un corpo molle *** da Segni Soltanto una mano Dove finisco quando finisco? Quando mi spengo, quando sospendo di navigare a vista? Quando si spegne la vista Dove sono soltanto una mano tesa, dove non ho scelta, ma vivo l’arresa, dove il confine nuovo è un orizzonte lontano, dove mi sostengono braccia di un estraneo? Tutto il mondo è lì, il mistero L’universo si dispiega per intero *** da Spiragli Come a cercare te Sono andata trovare il mare stamani, come a cercare te e del respiro ho riempito il silenzio da gorgo che s'increspa, s'indora, spumeggia da abisso che è specchio di cielo, abbattersi alla battigia, ritirarsi tornare *** da Appendice L'unica urgenza che mi preme adesso è resistere alla conversione ad una lingua artificiale che adatta il mio pensiero ad uno artificiale come fosse unica intelligenza, sottile da plasmarmi senza accorgermi E la divergenza è la forma più dura di resistenza
Paola Tricomi nasce a Catania (1991) ed è laureata in Filologia classica e attualmente ricercatrice presso l’Università per stranieri di Siena. Pubblica nel 2010 il primo volume di poesie Nel cuore – En thumò, nel 2013 Il nome del Nulla (A & B) con prefazione di Maurizio Cucchi e postfazione di Giuseppe Savoca, nel 2016 La voce a te donata (Algra). Sulle sue poesie vengono realizzati numerosi recital, a cura di Patrizia Salerno e della compagnia teatrale multietnica Isola Quassùd, diretta da Emanuela Pistone. nel 2024 è stata nominata Cavaliere all’ordine della Repubblica italiana per essersi battuta per il diritto allo studio delle persone con disabilità.





