a cura di Rosanna Frattaruolo

(Secondo Premio Inedito Colline di Torino 2025)   

*
ho incontrato molte vite nel frattempo
sondato vicoli e venti
con il passo affastellato
e nulla mai da dire
e troppi appunti da rimarginare

e sono dieci anni da Francesco

e me ne accorgo solo ora, solo qui
tra i muri a secco e la canicola bianca
nel mio respiro stanco
sull'altopiano ibleo

*
i cercatori d'oro si fermano sulla parola fine
un rimestare eidetico ci sopraffà ad ogni istante:
sogno e memoria, memoria e sogno

la conchiglia col foro sull'umbone
ci ricorda di noi: le sposavamo al filo
perché ci abitassero sempre
amuleto pendulo, sacra forma
per il nostro risveglio
per ogni passo appaiato all'ombra breve

- chiudi gli occhi, esprimi un desiderio e soffia,
soffia più forte che puoi


*
potevamo fingerci maestri, alitare
sui discenti, ingrassare bene i curricola
dell'esistenza

potevamo scegliere di militare
lanciare gli alalà graffiti sugli scudi
sferragliare notte e giorno per l’onore,
per la gloria, un segnacolo di nobiltà
e ce ne stiamo qui, lupi di trincea
a respirare polvere e oblio
immaginare il volto del nemico
anche quando le dure cuoia ha tirato da tempo
una carogna in più da raccontare

e c'è un deserto sulla soglia da varcare
una forma della memoria prossima a svanire
una nebbia indistinta che preda,
che non ha predatori
le sfumature di grigio di ciò che ha smesso
di riverberare
e c'è acre c'è ossido che si promette bene

una linfa di ritorno alterata trasla
sotterra gli zuccheri densi,
costruiti per istinto di sopravvivenza
della stessa sostanza del sudore

nelle vene s'incunea svuotate l'inverno
le dimensioni sommette a mani basse
- il tempo, lo spazio, ogni grado di libertà
disponibile per il movimento -
smagra i bulbi, sgrana le ossa
prende il posto di qualsiasi stagione diversa da lui

*
c'è addietro tu che sali alla rovina
una trama verde d'erba vento
che chiede di restare

c'è innanzi quest'uomo che ti tende la mano
una fiaba dolce tra le dita
e in pegno un'eco d'oro - riorientare
il passo, contrappuntare l'ombra
sul cammino

il Bifronte estende all'innocente
la sua pena, il suo perimetro lustrale

*
pensare di farcela
poi tornare allo sciacquio che stanca gli argini
e divora la terra
e non teme
i millenni, il suo istinto è sottrarre

approdare è dunque il sogno
- che sia presto bianco.
E Fine.

Laura Costantini è nata a San Benedetto del Tronto (AP), dove vive e lavora.
Urano (I Quaderni del Bardo, 2023) è la sua opera prima, vincitrice del Premio “Europa in Versi” 2022 per la sezione inediti.
Di prossima pubblicazione, per i tipi di Puntoacapo Editrice, la nuova raccolta poetica Hortus Inconclusus (Premio “Lago Gerundo” 2024).
Sue raccolte inedite sono state inoltre premiate o segnalate in diversi concorsi letterari, tra gli altri: finalista al Premio Internazionale di Letteratura “Città di Como” 2019, al Premio “Ossi di seppia” 2023 e al Premio “InediTo Colline di Torino” 2025 (seconda classificata).
Con testi singoli è risultata vincitrice (prima classificata) del Premio “Le Occasioni” 2024 e del Premio “Il Meleto di Guido Gozzano” 2024 e finalista ai seguenti Premi: “Versante Ripido” 2024, “Città di Pomezia” 2024, “Poesia di Strada” 2024, “Albiatum” 2025.

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