a cura di Antonio Corona
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Io ho imparato a vivere da saggia,
semplice, occhi al cielo e pregar Dio,
e a lungo a vagare verso sera,
per ripianar l’angoscia senza senso.
Se la bardana nel burrone,
e spunta un grappolo di sorbo giallo e
rosso, compongo versi allegri sulla vita
che è marcia, marcia e meravigliosa.
Me ne ritorno. Lecca a me la mano
gatto peloso, Più intenso fa le fusa,
e chiaro si propaga un fuoco presso
la torre della segheria del lago.
Di rado, solo, infrange ‘sto silenzio
un grido di cicogna, su dal tetto –
dovessi mai bussare alla mia porta,
m sembra che nemmeno sentirei.

Rosario di Anna Achmàtova, La Vita Felice, 2024
In copertina, Segnalibro illustrato: dettaglio di opera di Andrea Chidichimo, olio su metallo, Torino, mostra Metafigurazioni.
La mostra visitabile fino al 30 aprile 2025 presso le sale della Specht Residenzen Torino, in corso Palestro,5.
Anna Andréevna Achmátova nata Gorenko (Bol’soj Fontan, 1889 – Mosca, 1966) è stata una poetessa russa, considerata tra le maggiori del suo secolo. Candidata nel 1965 al premio Nobel per la letteratura, nella cui graduatoria finale giunse seconda dietro al connazionale Michail Šolochov, fu tra le più critiche penne contro lo stalinismo, periodo storico nel quale il suo primo marito fu fucilato e il suo secondo marito e il figlio furono condannati alla detenzione nei gulag. Ricevette riabilitazione letteraria dalle autorità sovietiche in tarda età, poco prima della morte avvenuta a Mosca nel 1966.





