a cura di Antonio Corona
PRIMA SEZIONE
TERAPIA OSCURA
Dalla rupe dei corpi è caduto
il ghiaccio dell'inverno.
I nostri soliloqui sul divano sono finiti
e ha ceduto un poco la carne.
Non più silenzio e vuoto
malattia, terapia oscura.
Vivi e sanguinanti ci siamo ritrovati
oltre gli offendicoli di questi anni
nel grido euforico e corale
per la vita che sembrava
felicemente tornata:
ma quale vita, ti domandi, quale
inseguendo con mani tremanti
già altre albe.
SECONDA SEZIONE
ARIA
Sono gonfi i polmoni e le nubi
di un mondo già morto
- ma tu ami quest'era tecnologica
che corre irrefrenabile,
e vai veloce pure tu
godendo, riducendo fatiche.
C'è un passato ora nel tuo sangue
mentre nevica fuori
senza fiocchi
sugli alberi monumentali
su foreste di marmo
dove è inscritta ogni vita:
quella iniziata e finita,
che qualcuno o qualcosa ti anticipa.
TERZA SEZIONE
VOGLIO SOLO UN PO' D'AMORE
Voglio solo un po' d'amore
gridava un tizio in strada l'altra notte
con voce sguaiata; col maestrale
che portava fino a te le urla.
Non si capiva a chi si rivolgesse
ma saperlo in fondo
non era poi importante.
Così ti sei svegliato stamane
con quelle sue parole nella testa
immaginando un tradimento
la rottura dolorosa di un rapporto.
A lungo hai ripensato a quella voce
nel vuoto cosmico di un sabato
freddo e barricato.
QUARTA SEZIONE
NAUFRAGI
Ai fragili,
e alla santa pazienza dei congiunti
La osservi dalla tenda scostata.
Denso come il lardo è il mattino.
Lei nel suo cappotto grigio
in fuga anche quel giorno;
le pentole sul fuoco spento
la borsa carica di oggetti
la porta sbattuta alle sue spalle.
Sempre in vestaglia, da mesi
anche sotto il cappotto.
Le parole fuori posto.
Una discesa imbarazzante
il continuo cambiare
umore e discorso.
Stacchi così la mano dalla tenda
come quella del naufragio
dalla tua schiena.
QUINTA SEZIONE
RIGO
Il nespolo m guarda da oltre il vetro.
Sono attraversato da un verso
che non è quello che scrivo.
Stretto è questo rigo
per contenervi il tronco e la linfa
le foglie, il frutto, il pianto ligneo
in autunno.
A quante cose
non ho dato ascolto!
Molto dovrà perciò bussare il nespolo
paziente
prima di farsi intendere.
Giovanni Nuscis è nato nel 1958 ad Ancona, dal 1973 vive a Sassari. Ha pubblicato i libri di poesia: Il tempo invisibile (Book Editore 2003); In terza persona (Manni 2006); La parola data (L’arcolaio 2009); Transiti (Quaderni di Poiein a cura di Gianmario Lucini – Puntoacapo Editrice 2010); Il grande tempo è ora (Arcipelago itaca Edizioni 2021). Collabora con la rivista di poesia “Metaphorica“. Fa parte, dal 2008, della redazione del lit-blog collettivo “La Poesia e lo spirito“. Ha un blog personale: “Transito senza catene“.





