a cura di Rosanna Frattaruolo

Da Mimesi 

Da bambino attendere la neve
prendere il bob, gettarsi dai colli
tra ciliegi, meli, cachi, vigne

tutto rallenta e rimane immacolato

siamo frutti maturi appesi
nell’attesa che la natura si rigeneri
sotto questo cielo ovattato

*
A pronunciare il tuo nome
si riempiono stanze vuote
dove traboccava la presenza
nei cassetti, sulle mensole
rimangono impronte e capelli
avvinghiati sotto il letto, il divano
graditi, quando hai amato
da estirpare tutte le altre volte

– nell’assenza diventi ancora più forte

Come fa un amore così grande
a farsi sovrastare imperterrito
dalle frizioni caratteriali, zodiacali
effetti tangibili delle maree di giorno
di notte, sentimenti avversi e irrisolti
senza urlare la sua forza protettrice
fino all’ultimo tentativo di riconciliazione
la risoluzione consensuale di un rapporto
non è impugnabile, più nulla a pretendere
per non farsi male, ognuno con la sua
ragione, giunti a un binario morto

***
da Nemesi

Rivedersi in un VHS a vent’anni
che effetto fa, quanta tenerezza
voce incerta, capelli folti
«l’aria triste che amavi tanto»
nulla è cambiato
l’inetto di turno
ovunque invisibile
alla ricerca dell’essenza
compenetrazione meta testuale
delle vite delle arti
intuizione del tutto

San Sebastiano martire
trafitto da disaccordi
il destino accomuna gli eretici
si ripresenta dalla nascita
un ciclo avverso, persistente
di effetti collaterali indesiderati
silenzio, unica via di fuga
nel miracolo soprannaturale

sottrarre al nulla l’indicibile

Verso l’Apocalisse, giochiamo
spensierati, surgelati
il delirio delle coscienze, appagati
ognuno a rincorrere le sue mete
sentirsi sfamati nel precipizio
siamo ancora più folli
combattiamo la morte
per rallegrarci con le migliori
distrazioni, neanche il virtuale
sintetizza meglio la scalata
onnipotente, sentirsi immortali
intoccabili da questa sorte

***
Venice in Creta

Faro nella luce
Serenissima per antonomasia
anche nella culla dell’arte
sublime minoica
Faro nella notte
scossa elettrica, pennellata
ridesta la resurrezione

*
da Mexican blood

[...]
Lasciatemi qui, a sorseggiare
scampoli di felicità, nel luogo
dove il Dio non muore mai
e il rosso continua a furoreggiare
sotto il tendone del festival
La flauta magica riunisce le coppie
in onore di don Miguel Hidalgo

justicia, verdad, memoria
a las victimas de la represión


Lacrime del mondo in fiamme
cospargono l’animo sanguinante
il giogo coloniale si spezza
e rinsalda ciclicamente
non solo dove si sofferma
l’opinione pubblica difforme

Ai margini dello Zocalo centrale
custodito da gendarmi
rifugio nel Palazzo Nazionale
dell’acronimo Tlatoani moderno
non si può fumare
ma è consentito manifestare
contro il narcogobierno de la 4T
il formicaio umano si espande
in una poltiglia da manipolare
e spremere in tante gocce

Viva la rivolucion, gringo go home!

– brulicare nelle periferie
povertà, squallore, ribellione

Dios no existe per il Nigromante
censurato dall’ordine religioso
l’artista dei murales sta con il popolo
dipinge pareti contro la corruzione
falce, tra l’incudine e il martello
per sfondare il cranio del padrone
e del tassista inebetito delatore
Il dualismo richiede sacrifici umani
da una parte la polizia dall’altra
un soldato con il mitra in mano
10 pesos l’offerta per una foto
nel Barrio Bravo alla Santa Muerte
il destino appeso qui
basta non spingersi oltre
a piedi scalzi, nel cammino
mortale della riproduzione

***
da Il viaggio

Luce dei giorni sconfina
un altro viaggio alla ricerca
quella coppa ha effetti miracolosi
avevi giurato basta azzardare
una volta per tutte risolvere
i conflitti si ripetono a cicli contorti

– chiedo a tutte perdono

Impenitente traditore seriale
sostiene di aver subito violenza
psicologica, ma ora ha svoltato
il magone pressa sul cuore
buco nero risucchia dopamina
serotonina della non ricaptazione
eccesso di bile malinconica
adrenalina irritabile al colon
Lascia i fantasmi alle spalle
ossessioni nelle notti insonni
l’effetto avverso indesiderato
nessuna correlazione con i morti

con fuerza de voluntad cambia tu piel
para transformarte y ser


nell’attesa di ricongiungere menti
affini, corpi stretti dei Dioscuri
patroni dell’arte poetica
la rivoluzione degli insorgenti
solo l’amore placa ogni deriva

atterra e non pensare più a niente

***
da Catarsi

E all’improvviso la pace
assoluta spensieratezza, sospeso
tra le nuvole come dopo il Carver
il viaggio imprevedibile rigenera
bile nera esci da questo corpo
straziato dopo aver spurgato
mistero endocrino da decifrare
spleen insofferente per eccesso
neurotrasmettitori ripristinano
buonumore mattiniero

Il sorriso trasale senza apparente
motivazione, la voyeur silenziosa
influisce senza che te ne accorga

– compiacere, non chiedere altro

«la serenità mi sembra un’ambizione
più ragionevole che cercare la felicità»

*
Purezza innevata accoglimi
bianco incontaminato delle vette
lago ghiacciato nel Gran Bosco
sepolto, una panchina osserva
dolce respiro di freschezza
neve purifica come abluzione
nel Gange, mie le uniche impronte

Amore percepisco il tuo ritorno
una nuova stagione attende
la Resistenza si fa oggi contro
l’alterazione, non basta ricordare
sciorinando superiorità morale
la partita si gioca nel presente
con lei al mio fianco
di nuovo vincente

Dalle note di Massimo Morasso. Il libro è uno scrigno d’impurità, fluente estatico meditabondo didascalico moralista e tante altre cose insieme. C’è dentro di tutto, anche sul piano stilistico, e dice di un dramma tripartito in cielo e in terra, tramato entro un vertiginoso intreccio di piani del discorso. Per me, il suo più bello sta nel desiderio-delirio della verità, nel tentativo di messa a morte dell’Io, nel tripudio incessante della nominazione che lo abita. L’io spersonalizzato racconta, annota, riflette, oscilla fra svariati modi di sé, e rimanda, in fondo, a una non-immagine (appunto, di sé) che ha una sua stordente potenza, che a tratti sento spuria, a tratti intrigante. Rispetto a ciò che si legge di solito, il lavoro ha di certo il pregio d’essere il frutto di un’esperienza d’intensità, e la cosa è cosa rara.


Valerio Vigliaturo, poeta, scrittore e cantante.
Ha intrapreso il suo rapporto con la scrittura da adolescente componendo versi poetici non ancora pubblicati e diverse canzoni, pubblicando nel 2008 l’album Il momento giusto (Tomato Records/CNI music). Nel 2012 riprende la sua passione per il canto jazz, esibendosi in concerti, rassegne, nel 2015 al Moncalieri Jazz Festival e al Torino Jazz Festival 2020. Dal 2004 è direttore del Premio InediTO – Colline di Torino, punto di riferimento in Italia tra i concorsi letterari dedicati alle opere inedite. Dalla parte opposta (Augh! Edizioni, 2018) è stato il suo primo romanzo con cui si è aggiudicato il Premio Carver 2018 e nel 2019 Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “Alda Merini” di Imola (BO). Alla sua prima raccolta poetica Amori & Disincanti (Transeuropa Edizioni, 2020), selezionata al Premio Internazionale di Letteratura Città di Como 2021, segue nel 2024 IOdrama, edita Ensemble edizioni.

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