a cura di Antonio Corona
da PADRE
Ti ribellavi persino
alla teoria del piacere.
Dicevi che quel che conta
doveva durare.
Ci penso adesso,
nell'attesa che sbocci
il colloquio con te.
***
Ma noi abbiamo sempre riso
così poco insieme.
Ci legava la tacita complicità
di un affetto spietato.
da MADRE
Appoggiavo spesso la testa
sulle tue braccia scoperte,
anche da grande,
abbandonato come un infante.
Con non altri che te
era il colloqui,
un tacere di sguardi
prima della partenza.
Mi mancano i tuoi dolci silenzi,
pieni di consapevolezza,
l'attesa leale
del mio turno di parola,
una pazienza invincibile.
Un filo di rediviva tenerezza
mi lega ai compleanni
della mia infanzia,
ora che è notte
e rari lumini affiorano
dal ponte di nebbia.
da FRATELLI
Gianluca
Metti i suoi panni di campagna
per somigliare a lui in tutto,
quando sali sul trattore.
Curvo sui campi
ti sussurri che passata
è la grande siccità.
Ma il cagnolino accanto
è solo un messaggero
a cui celi il segreto:
non sottrarre le zolle
all'acqua che le nutre,
la limpida quiete
che ti lega al fondo.
da SETTEMBRI
E' scritto ne nome
il mio destino,
restituire la pace
ai poveri morti.
Se tu sapessi
il peso del foglio
prima di voltare pagina...
da IL MESTIERE DEL PROFESSORE
Ai miei alunni
A stento trattengo un sorriso
scorgendo il fumo
che vi esce dalla testa.
L'inverno più crudo
della nostra storia
è trascorso stretti
al respiro,
attraverso fantasmi
di corpi senza volto.
Un dolore che non si vede
ci percorre inseguendo
un riflesso di luce.
da D'ALTRA LUCE
Vorrei trascrivere la vita,
attraversare il deserto solo
e liberare la voce
oltre il confine
intriso di memoria.
Non aspettarmi niente
se non lo sciogliersi
di un affanno,
il suo peso specifico.
Riconoscere che quell'ombra
riflessa sulla carta
mi somiglia.
***
Sulla spiaggia di fine estate
è rimasto solo un bimbo
davanti alle onde.
Si ostina a comporre
segni sulla sabbia
prima che i ragazzi
coi bicchieri di plastica
scendano a sospendere il rito.
Sono gli esili graffi
di una lingua sconosciuta,
destinata a scomparire,
un colloqui che il mare
cancellerà con la prima burrasca.
Dalla prefazione al libro di Giancarlo Sissa
La poesia sa più cose di noi. E le sa meglio. le incontra e le sommuove in profondità. Ce le restituisce, a esser disponibili, nella sintassi del ricordo. Nelle declinazioni di sconcerto e tenerezza, di presenza e distanza, di attenzione e pudore. Sono questi alcuni degli elementi certi della voce di Ezio Settembri, critico oltre che poeta e insegnante maceratese, da anni stanza a Mantova, che al suo debutto in versi sta già raccogliendo ampi e diffusi consensi da parte di lettori attenti e qualificati, sul web e non solo. (…)
Ezio Settembri è nato a Macerata (1981) e ha studiato Lettere Moderne, laureandosi nel 2007 con una tesi sul pittore fiorentino Ottone Rosai. Dal 2009 lavora come docente nella scuola secondaria. Ha pubblicato poesie e studi sulle arti figurative su varie riviste, tra cui L’immaginazione, Atelier, Il falco letterario, La bottega della poesia de La Repubblica, Infinito letterario, Poeti e Poesia. Un suo poemetto è presente nell’antologia del Premio Terra di Virgilio 2016. Suoi brevi studi su poeti contemporanei sono apparsi sulla rivista Menabò. Dal 2019 fa parte della redazione della rivista online Nuova Ciminiera, sulla quale sono apparse delle brevi ricognizioni sulla poesia di Sereni, Benzoni, Pasolini, Scarabicchi, Davoli. Nel 2021 è uscito il suo primo saggio Il mito ritrovato – La poesia di Umberto Piersanti vincitore del Premio Lago Gerundo. Attualmente vive e insegna in provincia di Mantova.





