a cura di Antonio Corona
Prima di C.
(dal 2017 al maggio 2018)
Mattino immobile
Due uccelli che non identifico
hanno volteggiato intorno a un’antenna
e sono scesi oltre il tetto di fronte.
Un alzarsi di vento sulle cinque
m’ha svegliato, ho controllato gli ormeggi
d’alcuni oggetti sul terrazzo, poi
ho ridormito due ore. Adesso
c’è questo mattino di nuvole alte,
nessun segno di vita alle finestre
del cortile, c’è più silenzio che a mezzanotte
ed è forte il tic tac dell’orologio
che sta sul muro sopra lo scaffale.
Ondeggia piano una borsa di tela
appesa alla ringhiera del balcone.
Sembrerebbe un’attesa, ma di cosa?
.
Perché faccio poesia
ogni tanto in qualche intervista
qualche presentazione
mi chiedono
perché faccio poesia
e non so mai rispondere
oggi una risposta
m'è venuta in mente
faccio poesia perché
non posso vivere solo annusando
come un ignaro animale
ma nello stesso tempo
il mio verbo non crea il mondo
conoscenza senza onnipotenza
sapere senza potere
è una fregatura
ho un linguaggio inutile
devo almeno renderlo bellissimo
Con C.
(dal giugno 2018 al febbraio 2021)
(...)
Anima che rispondi
Ti dedico la pioggia
Che scende sui binari
Ti dedico i colori
Tenui di questa sera
Ti dedico i pensieri
Che mi soffiano in testa
Come fra panni stesi
Le onde di batticuori
Che mi salgono in gola
Finite le parole
Ti dedico le cose
Il corpo il viaggio il senso
Del mio muto guardare
Di non saper parlare
23 giugno
I tuoi trent'anni. E' un'età importante.
Spero che tu ti ami, che tu possa
ritrovare te sessa. La rimonta.
nella partita, la mossa vincente.
E' solo questo che davvero conta.
Io resterò ad amarti da distante.
il vuoto
gestire il vuoto io ero abituato
ma era un vuoto sempre stato vuoto
erano stanze finestre cortili
spazi che da bambino non riempivo
se non di sogni perché tutto l'altro
erano cirri in cieli lontanissimi
tu mia nube odorosa m'abbandoni
è un vuoto che i trova impreparato
è come entrare in una casa dopo i ladri
riconoscere sagome, mancanze
dove c'erano cose, dubitare
che davvero ci fossero, impazzire
Dopo C.
(marzo 2021)
. . .
Ora che non ha più i tuoi occhi a guardare
vorrei che il sole smettesse le aurore
e la luna la piantasse
coi suoi giri strampalati
e il fiume si fermasse, gli uccelli
cadessero a terra, la terra
che tu diventi, che ti porti via.
Invece tutto scorre come nulla
fosse, anche il mio sangue
ancora per un poco nelle vene
scorre e scorrono queste parole
inconsolate, inconsolanti scorrono
come nulla fosse, infatti nulla è:
inutile il grido dell'animale ucciso,
inutile il dolore.
Dove sei,
per dove t'incammini, adesso, amore?
Dalla prefazione di Alfredo Rienzi
[…] il lettore si troverà, fin dai primi testi, a percorrere le più recenti stagioni di vita dell’autore, partecipe e interessato, spinto o trascinato da due delle proprietà invarianti della sua scrittura: dalla fluidità del verso e dei componimenti e, soprattutto, dalla sincerità assoluta, estrema fino alla nudità. […] Chiarita fin dai primi testi questa attitudine, anche per chi non già conoscesse la poetica di Molinaro, sarà facile conseguenza entrare nel racconto, che – come solo la grande poesia sa fare – mostra al tempo stesso del mondo la realtà, anche quella delle minime cose, e il respiro, lo specchio e io suo retro immaginativo.
La migliore prefazione possibile sarebbe quella che invita a saltarla per volare direttamente ai testi: Un garbo libero si presenta, in definitiva, quasi da sé. Dal titolo. che rimanda al testo eponimo, centralissimo nello scenario; da quello delle sezioni (Prima di C. – Con C. – Dopo C.); dalla lettura di un qualsiasi componimento scelto a caso, sfidando l’orientamento temporale dei titoli di sezione (ma non rigido al loro interno) e che saprà, pure da frammento di specchio, rimandare immediatamente alla figura complessiva della raccolta. […]
Carlo Molinaro è nato a Vercelli nel 1953 e vive a Torino, dove ha lavorato per 26 anni come redattore editoriale alla Casa Editrice UTET. Afferma che la poesia è una sua vocazione costante. Numerosi i testi pubblicati a partire dal 1981, tra cui: Entro incerti limiti (Joker 2002), Sospeso sogno (Joker 2003), La parola rinvenuta (Genesi 2006), Una città (Manifattura Torino Poesia 2010), Rinfusi (Genesi 2011), Le cose stesse (Matisklo 2013), Nel settimo anno (Genesi 2016). Autore anche di due romanzi: Io sto come mi pare (Delos Books 2008) e L’odore delle gambe delle donne (Miraggi 2015). Si dedica con una certa passione a produzioni di immagini fotografiche e video.





