a cura di Rosanna Frattaruolo

Dinanzi al Bambin Gesù, pensando ai troppi innocenti che nascono, derelitti, nel mondo
di Giorgio Caproni da Poesie disperse e inedite in Caproni. L'opera in versi, collana i meridiani, Mondadori (p. 961- 962)


A Valerio Volpini
Nel gelo del disamore…
senza asinello né bue…
Quanti, con le stesse sue
fragili membra, quanti
suoi simili, in tremore,
nascono ogni giorno in questa
Terra guasta!…

Soli
e indifesi, non basta
a salvarli il candore
del sorriso.

La Bestia
è spietata. Spietato
l’Erode ch’è in tutti noi.

Vedi tu, che puoi
avere ascolto. Vedi
almeno tu, in nome
del piccolo Salvatore
cui, così ardentemente, credi
d’invocare per loro
un grano di carità.

A che mai serve il pianto
– posticcio – del poeta?

Meno che a nulla. È soltanto
fatuo orpello. È viltà.


da “Famiglia Cristiana” (27 dicembre 1989, n. 51)

La poesia, forse l’ultima scritta da Giorgio Caproni (1912-1990) circa un mese prima della morte, apparsa su “Famiglia cristiana” (1989, n. 51) in una serie intitolata Sei poeti per Natale, con dedica a Valerio Volpini, già direttore dell’Osservatore Romano nei giorni tragici del rapimento di A. Moro, fu inserita nel Meridiano a lui dedicato da Mondadori nel 1998, nella sezione Poesie disperse e inedite.

 Il poeta è certo che neppure la poesia potrà liberarci dalla spietata Bestia, e nei distici finali, ammette quanto sia posticcio il suo lamento e quanto la parola poetica sia un fatuo orpello.

in copertina: opera di Andrea Chidichimo, olio su lastra (40x40)

In voga