a cura di Rosanna Frattaruolo

lettura di Vincenzo Lauria: L’assenza colmata dagli oggetti di Gio Ferri, da Presenza lapidaria (Parole colori, antologia a cura di A. Carbè, Cesil, Milano 1893) dall’auto antologia Poesie scelte di Gio Ferri, Anterem Edizioni
L'assenza colmata dagli oggetti 

Allora io mi voglio (ed è)
che queste tue albe memorie
fattesi pètrule, ancora,
picciole levighe e sparse
( quando io medesimo in
te l'arsa ora mi tormenti),
in una sola mano si
stiano così raccolte,
laddove fiorenti semi
siano mìtili segnali
d'oracoli e di/speranze;
carezzevoli e rupestri
entro le marine a/stanze.

Così – anche - sulla rupe
teniamoci – ora: che tu
non temi, e io non m'abbandoni
ai narcisi dolci effluvi
entro i gorghi dell'assenza.
Ricordami allora. Acché
io m'appresti a ritoccare
quelle impronte, a rimirare
la ciottolina stellata,
il vuoto bicchiere, la
chiglia smarrita alla rena.
Ricogliere, anche lontani -
qui – ora - i segni delle mani.

Nei vivi oggetti consumo
resti: sciabordio d'angosce.
Ritrovo ai bagliori sènsili
quelle sicure cantabili
misure che danno spazi
alle luci. E
sazi, di
nulla, fanno
i prolifici
sensi.

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