a cura di Antonio Corona
1
E' tanto che non prendo un treno
ne ho dimenticato il suono ritmato
le distanze d'amore che devo coprire
sono troppo ampie e il luogo da raggiungere
non ha rotaie. Mano nella mano
una lunga fila di saluti alcune fotografie
il passo incerto l'incontro del tuo sorriso.
Sono nata il giorno in cui tu sei nata
mi hai avuta in un intervallo
all'ombra del firmamento.
*
11
Ci sono stati momenti felici
nella nostra famiglia
come quando papà
tornava dalla montagna
e ti portava i cardi blu.
Ho dovuto separarmi anche da loro.
*
13
Ti sei spenta nel pronto soccorso
iotu separate da altre vite in pericolo
da quattro tendine bianche.
Mentre cercavo di chiamare l'ambulanza
per portarti a morire a casa
il monitor è diventato piatto.
Perché non ti ho preso la mano invece?
*
30
Eppure hai scritto tu
la mia prima poesia
quella sulla farfalla.
Questa è una poesia; hai detto
ripetimela.
*
NEL GIARDINO DI ROSE E SASSI
Ogni paesaggio ti appartiene
dove poggi il piede
il sole è al tuo fianco
sei libera sei aria
terra arsa di pianto
sogno
devozione alla parola
radice
e il tuo Iran è ovunque.
Nel giardino di rose e sassi
che trapassa il cuore
e sbianca i visi
il tuo corpo grida
il cielo si curva sul giorno
diventa tempio della notte
risacca di dolore
tenacia
enigma per chi ti opprime
sorpresa per chi ti aveva dimenticata.
Dalla prefazione al libro a cura di Marco Bellini.
(…) Con il nuovo libro A mani vuote, rispetto al rapporto con la madre, Margherita Parrelli si mette in ascolto, attuando una vera e propria immersione fra i ricordi che potremmo considerare cellule germinative in grado di sommuovere vibrazioni carsiche e tensioni affioranti. Mediante questo processo, la parola si dispone al disvelamento di un sentire profondo, nel tentativo di poter anche solo sfiorare risposte senza corpo. (…) L’autrice, già nella prima poesia, riferendosi alla propria nascita, con l’affermazione: mi hai avuta in un intervallo, suggerisce una condizione di precarietà che sottende un disagio profondo dai tratti esistenziali. Sarà un disagio destinato ad affiorare ripetutamente lungo il flusso delle liriche. Incontriamo anche dei riferimenti alle difficoltà di comunicazione; la consapevolezza che le parole, arma potentissima e dal non facile controllo, possono avere una forza confondente: avrei paura di ogni parola / del loro divenire barricata.
*
Dalla postfazione a cura di Rita Pacilio.
Nel leggere e rileggere le trentuno poesie contenute nel vibrante lavoro di Margherita Parrelli, mi sovviene l’espressione di Bartolo Cataffi a proposito della condizione del poeta: quella del poeta è, a mio parere, puramente e semplicemente una condizione umana (…) la poesia appartiene alla nostra intimità biologica, condiziona e sviluppa il nostro destino (…) un atto esistenziale tinto di sangue. Dunque, anche in questo caso, le poesie contenute in A mani vuote sono connaturate con la loro intima essenza rivelando la forte connessione con la tormentata e autentica origine.
(…) Margherita Parrelli, infatti, ci fa accostare al nesso genitoriale madre/figlia mettendo in risalto le contraddizioni, i dubbi, le incomprensioni, le certezze, il taciuto e il velato del delicato acquerello comunicativo/generazionale. (…) La madre diventa figlia e la figlia madre: una eclissi carnale e sintattica come un avvicinamento sperimentabile nella compresenza e nell’affinità di conoscenza e vita. Tutto questo in poesia accade attraverso il linguaggio, espressione visionaria del mondo e delle sue creature nel proposito di conciliare l’immagine della realtà e la sua proiezione.
Margherita Parrelli è nata a Roma nel 1967, dove si è laureata in filosofia ed è tornata a vivere dopo quasi venti anni passati tra Gran Bretagna, Francia e Germania. Ha lavorato come freelance per il Bayerischer Rundfunk, la RAI, Il Mattino di Napoli e come insegnante di italiano alla Volkshochschule di Monaco di Baviera. Attualmente si occupa di donne vittime di violenza ed è consulente familiare. Ha pubblicato cinque raccolte poetiche: L’orizzonte tra le mani (Lieto Colle, 2011), Falling Down (La Vita Felice, 2014), Penelope e Antigone – poemetto (La Vita Felice, 2017), Incontro (La Vita Felice, 2022), Tieni la pace in mano (Edizioni Rhegium Julii, 2022), A mani vuote (Macabor 2024). Alcune sue liriche fanno parte di antologie e sono apparse in riviste online. Per le sue poesie ha ricevuto diversi riconoscimenti.





