BIANCA è una silloge poetica di Barbara Giuliani edita da Neo Edizioni nel 2022, con postfazione a cura di Lorenzo Kruger. Niente di tradizionale, nemmeno la nota finale o i ringraziamenti: questa raccolta è l’emblema sincero di una poesia contemporanea, scritta e vissuta con assoluta trasparenza e vivida lucidità intellettiva da una Giuliani che tutto ricerca fuorché la banalità e la visibilità mediatica. Un percorso o meglio un’esperienza poetica differente, succede di tutto: dallo stravolgimento della struttura versificatrice all’utilizzo di un linguaggio discorsivo privo di liricismi. Come suggerisce la copertina, un rifiorire intellettuale portato con disinvoltura ed elegante spavalderia.

Trentasei i testi proposti che ci parlano di quotidianità, vissuta e rielaborata dall’autrice in modo singolare  e concentrata sul paradosso esistenziale. Famiglia, scuola, spesa, problematiche casalinghe, rapporti di coppia ed interpersonali fanno da scafo alla vela stilistica narrativo-poetica della Giuliani. Versi lunghi come tentassero di sfuggire ad una regolamentazione che tuttavia la “costringe” a una resa, mantenendo sottili confini tra prosa e poesia. Questo personalissimo stile si accompagna perfettamente alle argomentazioni trattate in modo trasversale quasi a voler ricercare significati differenti della vita quotidiana e forse anche suggerire modalità insolite e rivoluzionarie di chi vorrebbe cambiare il mondo e, forse, la scrittura.
Il libro è pervaso da chiarezza intellettuale ed espressiva, ci si accorge dell’attenzione rivolta alla parola e alla volontà di creare poesia che attinge a piene mani dalla prosa. La libertà di espressione è spesso “imbarazzante” quando leggiamo “le fauci della mia figa si sono arrese” ma nella lettura si evince come l’obiettivo sia la trasparenza, la voglia di verità tra persone specialmente se unite in vincoli affettivi.

“spendo il mio stipendio in ciglia finte
rimmel iconizzati e
t-shirt con scritte propagandistiche.
il sesso è la terza dimensione
ingabbiato in una teiera per filtri di agglomerati
vegetali.
(…)
inseguo ideale di maschio
alto apri portiera pagatore di cene a candela di lume
figlio di una madre che non ha mai partorito.”

Lo sguardo della Giuliani è apparentemente rivolto a un nucleo familiare, ma in realtà cerca di sconfinare nella descrizione dell’umanità e della sua visione, in qualche modo, cosmica. Il suo approdo è sempre originale, mai scontato, una visione differente su cui discutere o ragionare. Ma nel candore, “nel bianco” di questa silloge – BIANCA – si percepisce un altro colore o meglio una presenza di morte che istintivamente indurrebbe al pensiero di un nero. Infatti le problematiche familiari oppure la fine di un rapporto sentimentale come anche la difficoltà comunicativa sono tutti elementi di “morte”.

“amore per favore mi passeresti lo zucchero?
(…)
amore, mi passeresti lo zucchero?
(…)
passami lo zucchero!
(…)
è finito lo zucchero!
(…)
lo zucchero ci guarda sempre.
(…)
dove cazzo è lo zucchero?”

Nella sua concretezza Barbara Giuliani, forse ci suggerisce che non è necessario morire tecnicamente, attendere cioè la cessazione delle nostre funzioni organiche, ma è possibile morire anche prima e stando in vita. Muoiono i sentimenti, i buoni propositi e le intenzioni…tutto può cessare se glielo permettiamo. Rimarranno pertanto i nostri gesti e le parole dette, le gentilezze negate, quello zucchero che dovrebbe rendere più dolce ogni istante vissuto.

Nota di lettura a cura di Antonio Corona.


Estratti da BIANCA

zucchero

amore, per favore mi passeresti lo zucchero?

questa mattina il meteo prevede
mari leggermente mossi,
vento da nord est e
una prenotazione dal parrucchiere per tagliare i capelli.

sei di turno?
Rientri in tarda serata?

le domande che ci poniamo,
perché le domande non si dicono,
si poggiano sulla bocca dell’altro senza
corrispondersi nel sesso.

amore, mi passeresti lo zucchero?

le domande inseguono giornalmente la routine,
tutto procede così come deve essere,
una specie di copione per la recita di fine anno.
tutte uguali,
con bambini sorridenti,
altri muti,
altri con il mal di pancia dell’ultimo quarto d’ora.

passami lo zucchero!

la nostra relazione è la quantità di zucchero che
siamo disposti a togliere,
drogati da un innocuo composto organico,
formato da due monosaccaridi,
il glucosio e il fruttosio,
per diventare un disaccaride.

è finito lo zucchero.

quando pensi allo zucchero,
non pensarlo mai solo,
è una coppia.

quando pensi a Noi,
non pensarci mai soli,
siamo una coppia.
abbiamo ricomprato lo zucchero.

(…segue)


Barbara Giuliani nasce a Pescara nel 1979, è autodidatta, da 20 anni nel mondo della poesia italiana, ha frequentato il collettivo “Voici la Bombe” e “Cochonnerie Labile”; è stata slammer e MC per Poetry Slam Abruzzo; è redattore per la sezione “Poiein” della rivista Neutopia; da gennaio 2019 insegna scrittura poetica presso la Scuola Macondo di Pescara; sue le raccolte di poesia Bergamo Mantova solo andata (BCE Samiszdat – 2009), Floppy (Autoprodotto – 2015), Cloroformio (Prospero Editore – 2016), L’Aria Rancida (Gli elefanti edizioni – 2018).

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