a cura di Antonio Corona

Cambiare l’acqua ai fiori, pulire
il vaso, riconoscersi,
riprodursi, la bellezza
di chiamarsi nel giardino, cercarlo
se non ci appartiene, recuperare
quello che avevamo dimenticato,
in pratica la vita. Senza correre,
con il passo degli amanti
che cercano la bocca
prima della luce

***

Quando morirò
riempite la chiesa di zaini
e libri, lasciate i fiori
agli innamorati, pregate
di sporcarvi le mani
stringendo quelle degli altri.
Non voglio altro
se non sentirvi leggere
ad alta voce, cantare,
voltare la nuca alle bare.

***

Essere felice non è andare
per mare e non incontrare tempeste,
pirati, venti feroci, sirene.
Ma pensare già alla partenza
a cercare ripari, a trovare
legni per le capanne, le lettighe,
acqua di mare per le ferite,
parole per essere giusti, sempre

***

A infettare la gentilezza,
ingozzarla di aggettivi, multe,
distanze, sicurezza, inseguire
a stento il fiato degli altri,
a parcheggiare gastrici in cima
al mondo son buoni tutti. Tutti

***

Se la vita racconta poche cose,
gesti lievi e ingiuste verità,
non darle la colpa, non condannare
nemmeno le tue minuscole mani.
A nessuno è dato scegliere
quali tempeste affrontare,
che cosa i raggi del sole
mostrino davvero, quali speranze
la luna renda opache,
irriconoscibili. Là, nel mezzo
ai punti estremi, la tua fatica,
talora il dolore, l’amore
se te ne accorgi


Dalla prefazione di Marilina Giaquinta

David scrive della sua vita, della sua memoria, della sua famiglia, dei suoi affetti, del suo dolore, della sua terra, dei suoi paesaggi, dei suoi cieli. Esaminandoli con lente d’ingrandimento del cuore, riuscendo ad arrivare fin dentro le fibre, fino al fondo inesplorato dove si nasconde la vera natura e, quindi il senso, delle cose. Forse perché la poesia è l’unica forma d’espressione che consente di giungere all’essenza del mondo, forma che non si avvale di alcuna mediazione, che spesso anzi travolge il mezzo, lo rende anarchico, lo sregola, lo designifica, in un gioco di specchi paralleli che (si) riflettono all’infinito.

Dall’intervista di Gabriela Fantato a David La Mantia

Domanda: la tua scelta di un lessico di registro quotidiano e comunicativo, al fine di rendere i testi comunicativi è una scelta ben precisa o dettata da altre motivazioni?

Risposta: la poesia non deve, come pensano gli ermetici, essere separata dal mondo, usando un lessico comprendibile e riconoscibile solo ad una ristretta cerchia, una élite. Eppure oggi mi sembra la linea prevalente. Per questo ho scelto un registro quotidiano, un sermo familiaris, rispondendo alla necessità di nutrire la poesia della vita, specie la più banale e qualunque. Ma tale apparente semplicità lessicale è affiancata all’uso quasi sistematico delle allegorie. Lavoro con immagini che sono figura di altro, nel modo che intendeva Auerbach. Quando racconto del giusto sapone per la lavatrice, delle distanze con cui seminare in campagna, di scendere le scale con accortezza cerco di creare un altro livello, in cui sto magari parlando di politica, di morale, di etica.


David La Mantia (1963), allievo di Franco Fortini e Romano Luperini all’università di Siena, è oggi docente di italiano e latino al liceo scientifico Marconi di Grosseto. Ha lavorato a lungo come editor e ghost writer e pubblicato, per Carlo Cambi editore, Seb, Zanfi editore e altre case editrici, testi di tradizioni popolari, enogastronomia, racconti, poesie raccolte in antologie. Fa parte del C. T. S. della fondazione Bianciardi, è presidente dell’associazione Portavoce e membro del direttivo della Proloco Grosseto, con specifica responsabilità agli eventi culturali. La sua silloge “A testa bassa” (Innocenti, 2019) ha ricevuto il secondo premio tra la poesia edita al premio Città di Grosseto 2020. La sua ultima raccolta “Gesti lievi” (Il Leggio, aprile 2022), è stata tra le opere inedite proposte per il premio Pagliarani 2021. Attualmente presenta Finestre, un romanzo edito da Inschibboleth nel 2023. È stato il creatore e l’organizzatore del primo Festival di Poesia Terra di Mare, svoltasi nel maggio 2023 a Grosseto. È anche co-amministratore ed uno dei protagonisti dei gruppi L’irregolare e Le finestre dell’irregolare, redattore di Bubbles magazine Italia, Versolibero e de Le parole di Fedro, collaboratore fisso di Metaphorica rivista di poesia. Nel 2023 è stato uno degli estensori della rassegna alla poesia contemporanea Riflessi, a cura di Patrizia Baglione.

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