di parole, forse – parlo

1.

era il mio sfogliarvi avido, ricordi?

di meraviglia ardevo

tra mura d’ossi e carni

– oh, le tremule tenere bambine

che subitaneo un groppo

di svalicare cercava

le strette coste

– a ritroso

2.

le falangi stringendo

difendevano da bianco assedio

in altro nido

aspettavo che il cielo

riordinasse i suoi azzurri

tra nubi vagando

3.

la neve appose un ricordo

le poche uscirono ardendo


Adriano Engelbrecht nasce in Germania, attualmente vive a Parma. Poeta, artista, musicista, attore, ha pubblicato Dittico Gotico per Cultura Duemila Editrice (1993), Lungo la vertebrata costa del cuore (prefazione di Pierluigi Bacchini) per I Quaderni del Battello Ebbro (2003), Tristano per la rivista L’Ulisse (LietoColle, 2007), La piscina probatica per Fedelo’s Editrice (2009). Nel dicembre 2015, insieme alla poetessa Ilaria Drago, esce Ubicazione Ignota, sempre per Fedelo’s Editrice. Del 2020 è il pamphlet Di_versi assenti. Un requiem per LOFT Scritture. È presente nell’antologia critica Le nostre (de)posizioni. Pesi e contrappesi nella poesia contemporanea emiliano-romagnola di Enzo Campi e Sonia Caporossi per Bonanno (2020). È stato tradotto in diverse lingue. Parte della sua produzione poetica, dopo un lungo e articolato percorso di ricerca tra verso e rappresentazione teatrale, si è specificata nella forma installativa/espositiva e sonora indagando il rapporto tra parola, segno visivo e composizione musicale. Il suo lavoro è stato presentato in numerosi teatri, musei, gallerie e festival tra cui ParmaPoesia, Ricercare – Reggio Emilia -, GenovaPoesia, Natura Dèi Teatri/Lenz Fondazione, Ermocolle, LOFT Libera Organizzazione Forme Teatrali.


a cura di Antonio Corona

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