DESIDERARE di Stefania Bortoli (Arcipelago Itaca Edizioni, 2023) è una silloge poetica con prefazione a cura di Alfredo Rienzi, suddivisa in cinque sezioni: Il giardino dell’attesa, Canto del silenzio, Confini d’acqua e isole, L’amore accade, La vita tenace. La Bortoli compie un importante viaggio nel desiderio o meglio in un luogo indefinito dove non vi è oggetto di desiderio, ma piuttosto se ne avverte la mancanza sentendone la necessità. Si desiderano i ricordi ma anche il crescere, il divenire donna e madre, si desidera osservare il mondo, la natura, gli affetti più cari. Ecco quindi che il “desiderare” dell’autrice viene eviscerato ed esposto al lettore con grande delicatezza e sensibilità, nella speranza che trovi altrettanta voglia di realizzazione e condivisione.

“Il giardino dell’attesa” – primo capitolo della raccolta è il più cospicuo e dove probabilmente soggiorna l’autentico sentire del desiderio. Amore deluso, amori in attesa, libertà di parola, voglia di purezza, di liberare l’anima, ma anche terra e solitudine, malattia e vita in ospedale, genitori e figli: l’essere entrambi. Una sezione decisamente molto ricca di contenuti, dove il forte legame con la terra è decisivo così come anche il ricordo inteso come inguaribile legame alla famiglia. La solitudine che ne deriva: siamo soli quando si desidera, quando si ricorda e anche quando si ama.  
In – Canto del silenzio – la Bortoli ci racconta di affetti a lei molto cari, di una figlia, alternando il dolore al ricordo e preoccupandosi del futuro “dove andremo se sarà solo nostalgia?” In questa sezione, veramente molto intensa e umanamente vissuta, emergono numerosi conflitti: infanzia/adolescenza, l’essere mamma e figlia, rapporto con un padre, la voglia di cambiamento e la nostalgia di restare, il ricordo versus il presente. L’autrice utilizza poesie senza titolo, tranne per un solo testo, forse proprio per evidenziare il fluire del tempo, le interazioni tra le persone e i passaggi tra i diversi stadi della vita. Ci insegna che “per tutta la vita ad amare si impara”: verso che costringe alla riflessione intima, all’analisi del passato e del presente, con una grande consapevolezza del valore alla crescita. 
“Confini d’acqua e isole” – definirei un tuffo poetico questa sezione che improvvisamente ci getta in mezzo alla natura, molto sentita ed amata dall’autrice. Acqua, delfini, balene, foreste verdi, animali (cicogne, merli, passeri, falco pellegrino, pettirosso, civetta, usignolo) irrompono nella silloge a ricordarci che desiderare è anche voglia di benessere e di contatto con la bellezza che ci circonda. Tuttavia la Bortoli non dimentica da dove è partita e i sentimenti umani sopraggiungono descrivendo momenti di vita come gli anniversari e tutte quelle situazioni in cui si convive, dove la condivisione diventa elemento fondamentale per assaporare al meglio la natura stessa.
Le ultime due sezioni – L’amore accade e La vita tenace – sono più piccole e raccontano di persone, di luoghi e dediche come quella a Leonard Norman Cohen, noto cantautore, poeta, scrittore e compositore canadese. Una scelta importante che permette di percepire la sensibilità dell’autrice nei confronti della vita e delle sue problematiche: l’isolamento, la depressione, le scelte, l’amore. La vita diviene tenacità nel capitolo di chiusura: i diversi elementi caratterizzanti l’intera opera ritornano come “luce dentro l’oscurità del bosco”. La Bortoli affida, probabilmente non a caso, proprio alla luce la chiusura della silloge. Come una speranza o meglio una certezza di vita: una luce che ci guida, che ci spinge a crescere, a esplorare il mondo – a desiderarlo.  

Nota di lettura a cura di Antonio Corona.

Classificazione: 1 su 5.

Estratti da DESIDERARE


Tra i rami spezzati del nostro albero
l’amore rimase.
Eravamo istante inciso nella nostra carne viva.
Dolore improvviso
senza più pelle né scorza.
Senza ritorno.

***

Quelle voci erano sussurri
lingue familiari ascoltate – interiorizzate.
Mi proteggevano
come una fantasia d’armonia
mentre tracciavano destini del desiderio
sotto la sabbia.

Ci pensò il corpo e la parola
a trasformare tutto ciò che non mi assomigliava.
A dare un nome alla passione del possibile
all’isola innominabile – inattesa.

E alla voce umana che esce dal mio corpo.


Stefania Bortoli – Nasce a Thiene (Vicenza – 1960) e vive a Pove del Grappa. Si è laureata in Pedagogia all’Università di Padova ed è stata docente di Lettere al Liceo Artistico. Ha pubblicato: Voci d’assenza (Editrice Artistica Bassano, 2012), Con la promessa di dire (Book Editore, 2016), Desiderare (Arcipelago itaca Edizioni, 2023). La silloge inedita Il giardino dell’attesa ha vinto il Primo Premio Silloge Transiti poetici del 2022. Sue poesie sono presenti in blog letterari quali di “Sesta e di Settima grandezza”, “Blanc de ta nuque”, “Perigeion” e nell’Antologia “Transitipoetici, Volume XXVII, (2021). Ha realizzato diversi libri d’artista che interpretavano i suoi testi poetici prodotti con artiste visive.

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