
IL QUINTO TEMPO di Paolo Parrini (Samuele Editore, 2023) è una silloge poetica con prefazione di Umberto Piersanti, suddivisa in cinque sezioni: Conchiglie, La caduta, Gelo, Germogli, Il quinto tempo. Parrini compie un viaggio importante attraverso momenti salienti della sua vita, facendo diventare “il tempo” protagonista indefinito della raccolta. Saranno, però, gli avvenimenti, i ricordi e le emozioni i veri protagonisti dei suoi testi poetici. L’autore, da sempre attento agli aspetti emotivi della vita, agli affetti e alla famiglia, ci regala una raccolta molto intima dove il dolore, pacato ma profondo, emerge preponderante in taluni testi, in maniera improvvisa e ben strutturata.
Nella prima sezione – Conchiglie – si respira un senso fanciullesco e adolescenziale, un sentire giovane della vita: la gioia dell’estate e la tranquillità degli affetti aleggiano tra i versi. Il sapore di casa è sempre presente, la famiglia rappresenta un atto di forza del poeta, i luoghi ci appartengono e ci forgiano. In queste pacate atmosfere irrompe ogni tanto il dolore, ma anche la saggezza dell’uomo che arriva a comprendere come talvolta “non sempre occorre spiegare, a volte basta scegliere”.
In – La caduta e Gelo – l’autore affronta dapprima l’incontro/scontro con la malattia e la morte, attraverso un percorso di ricordi, di strade, viali e ciottoli, con attento riferimento alla prima sezione, all’età della spensieratezza. Le due sezioni sono create in un crescendo emotivo potente e inclusivo. Arrivano i giorni bui, s’impara che questa esiste anche dopo, nel paziente ricordo: “la polvere chiama da dentro”. E quando arriva il freddo, la neve ci ricorda che è “quel bianco che abbaglia senza fare troppo male” e può essere dolore o cura dell’anima allo stesso tempo. La sezione Gelo rappresenta, in questa raccolta, una finestra di lucido dolore dove la poesia esplode in tutta la sua emozionalità. Germogli – è la sezione in cui la terra riprende il sopravvento sulla neve e sul freddo. Un ritorno alla cruda realtà, alla possibilità di rinascita nel ricordo di chi non c’è più. Ma Parrini non vuole mollare la morsa emotiva nella quale ci ha intrappolati e la raccolta sfocia nell’ultima parte – il quinto tempo – responsabile dell’omonimo titolo. È qui che l’autore ci svela il mistero del momento della morte, il passaggio dal respiro volontario alla presenza volatile di un corpo. È veramente questo il quinto tempo? Quello dove niente possiamo. O è Dio, quella divinità di cui poco conosciamo, che possiamo solo immaginare, in cui credere senza mai alcuna certezza.
Nota di lettura a cura di Antonio Corona.
Estratti da IL QUINTO TEMPO
Non sempre occorre spiegare,
a volte basta scegliere;
un tavolo dismesso,
il silenzio del mattino
tra i fili bianchi dei capelli.
Non sempre serve dire e fare,
seduto a respirare caffè
fermando il tempo
e la morte.
***
Verrò a trovarti,
prima che la cenere
sia vento
e il legno dimentichi
il tuo odore.
Sul pianoro dove il sole
manda riflessi
sul tuo viso giovane,
su quella dolcezza
mai dimenticata,
la pioggia ha lavato
il dolore,
le nubi poi hanno coperto
il colore dei capelli.
Ma si aprono porte,
campi di verde stasera
ci chiamano forte.
Paolo Parrini – Nasce a Vinci (1964), attualmente vive a Castelfiorentino. Laureato in Scienze politiche presso l’Università degli Studi di Firenze, si dedica con passione alla scrittura poetica per dimostrare che c’è altro oltre l’apparenza. Ha pubblicato diverse raccolte poetiche fra cui Quando cadranno i giorni (Ladolfi 2019), Oltre il buio della notte (La Vita Felice 2019), Un uomo tra gli uomini (Ladolfi 2020), Dentro tutte le cose c’è amore (Puntoacapo 2021), Prima della voce (Samuele 2021). Diversi i suoi riconoscimenti a premi letterari.





