di Rosanna Frattaruolo

Nel bicchiere di frodo 

Nel bicchiere di frodo
tocca presto il suo fondo
quest’allegria che vela la tristezza
in cresta dei tizzi sopiti
sbalzati a noi dal più lontano fuoco.
E sii tu oggi il Dio che si fa carne
lontananza per noi nell’ora oscura.

Sidi-Chami, Natale 1944


Vittorio Sereni, Diario d’Algeria (1947), ora in Poesie. Edizione critica a cura di Dante Isella, Mondadori, ‘I Meridiani’, 1995

[…] Sereni si sente svuotato di ogni sentimento di umanità, per lui l’esistenza non ha senso e anche Dio é lontano: rari sono nelle sue opere gli accenni di carattere religioso, ma in una lirica composta a Sidi-Chami nel Natale 1944 esprime la sua tragedia mediante un sofferto ossimoro: «il Dio che si fa carne» è unicamente «lontananza»:

Nel bicchiere di frodo
tocca presto il suo fondo
quest’allegria che vela la tristezza
in cresta dei tizzi sopiti
sbalzati a noi dal più lontano fuoco.
E sii tu oggi il Dio che si fa carne
lontananza per noi nell’ora oscura.

I prigionieri festeggiano la ricorrenza religiosa bevendo con un bicchiere recuperato in modo fortunoso vicino a qualche ceppo acceso. Il poeta non può soffocare una preghiera che in due versi racchiude la tragedia della sua generazione e dell’intero Novecento: il silenzio di Dio nell’immane catastrofe abbattutasi sull’Europa […]

Giuliano Ladolfi, Vittorio Sereni: “il prigioniero”, Atelier, n. 19, anno V, settembre 2000, p. 15.

in copertina: Anthony McCall - Solid Light, ph. R. Frattaruolo, Venaria Reale, 6 agosto 2025

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