a cura di Daniel Calabrese

da Catalogo della scomparsa, sei poesia inedite di Prisca Agustoni, autrice svizzera che vive in Brasile

                                          In memoria di Amoim Aruká Juma,
ultimo uomo indigena di etnia Juma,
morto di Covid in Amazzonia.
Brasile, febbraio 2021.


1.

erano in quindicimila
centocinquant’anni fa
gli indigeni Juma
del fiume Assuã,
alimentavano
la rossa costellazione della pelle
e delle ossa,

e così come scrive il poeta
“dormivano accanto al fiume
silenzioso, il fiume dormiva con loro”.

2.
si cibavano di radici
gli Aruká, e di vento
avevano un regno intero
tatuato sul corpo

simili ai jaguaratica,
oracoli della foresta.

La terra li ha chiamati
uno dopo l’altro
a soffiare nuovi sogni
nei sogni di chi resta,

le loro parole e i loro canti
sono i nuovi segni rupestri,

orme fragili di un mondo
il cui cielo affonda nella pece.

3.

camminano sulle tracce
di chi ancora verrà

esseri d’acqua e d’aria,
esseri androgeni
dalle squame argentate

si tramandano la memoria
del futuro,

affondati
come relitti
nel loro segreto abissale

4.

La lingua è un fiume silenzioso
che dorme in noi:

delle donne attorno al tavolo
solo una è rimasta

e con lei, in lei scorre
il sapore della mia infanzia

le parole che non so
più dire, ma ascoltare

nel suo quasi monologo
con le mucche e le genziane

sono le mie radici aeree, disperse,
sono questa vasta estensione di resti

5.

Ho visto l’ultimo uomo Juma
volare, era l’uomo-insetto
che si è fatto tronco
lichene
foglia

luce che precipita

6.

Quando muore un uomo
l’ultimo uomo di un intero popolo
è un uomo-alveare che sciama

galassia amazzonica
che si fa radura, babele di voci
taciute, rase al suolo

come tronchi falciati
crateri lunari aperti nel verde.

Quando muore un uomo,
l’ultimo sciamano dell’etnia Juma

dorme in me la donna
dell’alta Leventina
che parla alle mucche
e conosce il sapore
del sambuco silvestre:

mentre muore un uomo
l’ultimo uomo dell’etnia Juma
è una lenta discesa
della specie verso il vuoto.

Prisca Agustoni è nata a Lugano e dal 2003 vive tra la Svizzera e il Brasile, dove lavora come docente di letteratura e come traduttrice. Collabora con diverse testate giornalistiche italiane in qualità di traduttrice e di critica letteraria. Poeta multilingue, ha esordito nel 2002 con il libro Inventario di voci, al quale hanno fatto seguito numerose pubblicazioni in italiano, francese e portoghese, per le quali ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Tra le sue opere si ricordano Un ciel provisoire (Samizdat, 2015); L’ora zero (Lietocolle, 2020); Verso la ruggine (Interlinea, 2022, Premio Svizzero di letteratura /Finalista premio Fortini); O gosto amargo dos metais (7Letras, 2022, Premio Oceanos e Premio BH di poesia); Quimera (Círculo de poemas, 2025) e il recente L’animale estremo (Interno poesia, 2025, finalista Premio Strega). Dal 2015 fa parte del Comitato di programmazione del festival Chiasso Letteraria.


della stessa autrice, leggi/ascolta:
https://iltastogiallo.blog/2025/05/04/affioramenti-da-lanimale-estremo-di-prisca-agustoni-interno-poesia-2024/

in copertina: foto dell'autrice

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