a cura di Rosanna Frattaruolo


FUORI DAL CORO

Non riesco ad essere davvero un vuoto a rendere
durante la mia crisi occipitale
non è mio il mestiere dello stendere
un corpo in linea orizzontale.

Eppure sono orizzontale, e cerco l’orizzonte ad ogni momento della giornata
incapace di reggermi in piedi senza incassare
l’orizzonte, l’Occidente, stretto nel suo sepolcro come Farinata
l’orizzonte dei camions che trasportano bare.

Scoppi di pianti, scoppi di risa, e foglie d’alloro
centimetri dall’esser morto, centimetri dall’esser d’oro
mi affaccio dal balcone della letteratura occidentale
e i critici, confusi, mi bollano con un Tso da ricovero in ospedale.

Io non mi volevo buttare dal balcone
volevo semplicemente sincerarmi di non esser rimasto solo
con un diavolo che mi attizza col forcone
depressione, asfissiante come un grumo di bolo,
allettante come i rimedi rinchiusi in un flacone,
io ignorante, destinato a cantar fuori dal coro.

***
VODKA E BENZODIAZEPINE

Mi trovo tutti i giorni a visitare le notizie online dei suicidi,
non ho mai avuto timore di trovare il mio nome
magari accompagnato al sostantivo poeta come le cariatidi
con tracce fresche di strame e di bitume.

Io sono un immortale, ho assecondato le fila dei Trecento,
alle Termopili, morire di una inutile morte eroica,
meglio la morte che un sopportabile addomesticamento,
chiudetemi, con molto Scotch, in un’un urna fatta di maiolica.

La vodka sta finendo e stanno finendo questi versi
devo decidere bene come utilizzare i differenti mezzi
usare l’alcool a finalità didattica nel dipingere nuovi universi
o con le benzodiazepine mettendo fine ai miei numerosi schizzi.

***
LA MALATTIA

Ciao, sono Gaia, sono degente dell’ospedale
Gaslini, di Genova, dove ci rincorre il mare,
ho tredici anni e sono vittima di un brutto male
la depressione grave, la malattia del malaffare.

A tredici anni non si deve esser sempre in lacrime,
forse mai, ma mi è sfuggita la voglia di vivere
il dolore come uno strascichio di sirime,
mi è sfuggita la voglia di non essere cadavere.

Camminavamo, tranquilli io e il sorvegliante
la depressione è stata più veloce dell’istante,
ho corso fino a che mi si spezzasse il cuore
la mia noradrenalina come decodificatore;
mi sono attaccata alla ringhiera dell’ospedale,
dieci metri di volo senza nemmeno pensare di morire,
a tredici anni si hanno le ali, non hanno funzionato per volare
hanno funzionato per raccogliere il mio sangue senza farlo colare.

Abbiamo tredici e quarantacinque anni e un brutto male
la depressione grave, la malattia del malaffare
un morbo anomalo, dalla medicina poco considerato
finché non diagnosticano un corpo morto sul selciato.

Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976. Ha introdotto in Italia la materia della Law and Literature. Ha diffuso saggi su filosofi italiani e su etica e teoria del diritto del mondo antico; ha collaborato con con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 2018 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi IntroversiMostriGalata morenteCarmina non dant damenScarti di magazzinoQui gli austriaci sono più severi dei Borboni, Cherchez la troika e La malattia invettiva con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il Guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni. È stato fondatore e direttore della rivista letteraria Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è stato fondatore e direttore della rivista letteraria L’Arrivista; è stato direttore esecutivo della rivista filosofica internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Ed.) e Fuzzy (deComporre). Ha fondato una quindicina di case editrici socialiste autogestite. Ha scritto/curato 150 volumi, scritto 1000 saggi, fondato un movimento d’avanguardia (NeoN-avanguardismo, approvato da Zygmunt Bauman), con mille movimentisti, e steso un Anti-Manifesto NeoN-Avanguardista, È menzionato nei maggiori manuali universitari di storia della letteratura, storiografia filosofica e nei maggiori volumi di critica letteraria. Il suo volume La malattia invettiva vince Raduga, menzione della critica al Montano e allo Strega. Viene inserito nell’Atlante dei poeti italiani contemporanei dell’Università di Bologna ed è inserito molteplici volte nella maggiore rivista internazionale di letteratura, Gradiva.I suoi versi sono tradotti in francese, inglese e spagnolo. Nel 2024, dopo sei anni di ritiro totale allo studio accademico, rientra nel mondo artistico italiano e fonda il collettivo NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica).


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